SAN PAOLO DI TARSO
Apostolo delle genti e Patrono dei Rover
Si festeggia il 25 Gennaio
Insieme all’apostolo Pietro, san Paolo è universalmente considerato il padre della religione cristiana, per di più un autorevole teologo bavarese, Holger Kersten, in alcuni suoi scritti ha accennato all’ipotesi che la stessa religione cristiana dovrebbe essere nominata con il suo nome (il “paulismo”), in considerazione della codificazione operata sugli insegnamenti cristiani e della discrepanza esistente tra gli insegnamenti di Gesù Cristo contenuti negli evangeli e l’interpretazione successiva degli stessi operata da Paolo di Tarso.
Sottigliezze di definizione a parte, la predicazione e l’opera dell’“apostolo delle genti” è rimasta assolutamente fondamentale per gli sviluppi successivi della fede cristiana nel mondo.
Al di là delle semplici notizie biografiche, la conoscenza del pensiero di questo grande apostolo investe soprattutto le nozioni filosofiche, teologiche e morali di un epoca che segnò il trapasso tra le concezioni etiche arcaiche ed un nuovo impianto umano ed esistenziale.
Paolo (Sha‘ul, o Saulo) sarebbe nato a Tarso, importante centro della Turchia antica nel 15 d. Cristo. Morì martire a Roma nell’anno 67.
Di origini siriane, primogenito di una nobile e autorevole famiglia giudea farisea della tribù di Beniamino, frequentò in giovinezza la scuola mosaica di Gamaiele, il Vecchio a Gerusalemme.
Il suo temperamento irruento ed appassionato lo portò in giovinezza a farsi persecutore acerrimo dei fedeli di Cristo e del cristianesimo nascente. Secondo una testimonianza riportata negli “Atti”, Paolo sarebbe stato uno dei giudici che condannarono a morte il protomartire Stefano.
Proprio nell’esercizio di questa sua attività inquisitoria e di persecuzione della Chiesa primitiva, improvvisamente nell’anno 38 il suo atteggiamento cambiò radicalmente. Il mutamento radicale è stato interpretato mediante la celebre conversione “sulla via di Damasco”, che lo stesso Paolo avrebbe vissuto come un’apparizione del Cristo risorto.
L’avvenimento fu decisivo nella vita di Paolo e segnò l’impostazione del suo pensiero e della sua visione della cristianità, sviluppata successivamente con originalità al punto di essere indicato appunto, come il creatore della religione cristiana.
Paolo considerò il suo apostolato come una missione sostanzialmente autonoma “…ricevuta non dagli uomini, ma per mezzo del Cristo e da parte di Dio Padre …” (cfr. “Lettera ai Galati”).
Ciò non avrebbe comunque escluso il confronto con la chiesa madre di Gerusalemme e con le autorità ecclesiastiche di allora (Pietro, Giacomo e Giovanni), che peraltro considerarono sempre l’opera di Paolo un mezzo imperativo per la conversione dei pagani.
Questo riconoscimento avvenne in particolar modo dopo il primo viaggio missionario durante il quale Paolo, insieme a Marco e Barnaba, aveva fondato in Asia minore delle chiese aperte ai cristiani di estrazione pagana (anni 45-48).
L’indipendenza di Paolo dalla Chiesa madre si manifestò anche verso Pietro, a cui egli rimproverava di discriminare tra giudeo-cristiani e pagano-cristiani.
L’attività divulgativa di Paolo si manifestò maggiormente in un secondo viaggio apostolico verso la Macedonia e la Grecia compiuto tra il 50 e il 52.
Dopo il ritorno in Gerusalemme, la sua missione proseguì nuovamente in Asia minore; successivamente con un lungo soggiorno nella città di Efeso e da qui di nuovo in Macedonia e in Grecia negli anni dal 56 al 58.
Tornato a Gerusalemme fu arrestato per attività sovversiva dal proconsole romano, fu giudicato e trasferito in carcere a Cesarea per due anni.
Si appellò direttamente al tribunale romano nel 63 e, invitato a Roma a discolparsi, vi giunse dopo una fortunosa navigazione e dopo un naufragio nell’isola di Malta.
Fu prosciolto nello stesso anno da ogni addebito.
Ripartì per evangelizzare i pagani in Spagna, poi fu di nuovo in Grecia, nella maggiore città di Atene. Secondo una tradizione unanime sarebbe ripartito nel 66 per la capitale dell’impero, dove incorse nelle persecuzioni anticristiane del tempo.